Le barriere architettoniche senso-percettive.
Con il termine di barriere architettoniche si indicano sia gli ostacoli di tipo fisico, come gradini, scalinate, passaggi troppo stretti, ecc., sia "la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi" (Art. 1.2 lettera c) del D.P.R. 503/1996).
Si è sancito in questo comma l'obbligo di eliminare quelle specifiche barriere architettoniche che sono conosciute con il nome di "barriere percettive" o "senso-percettive", definendone chiaramente il concetto.
Non si prescrive quindi la rimozione di ostacoli fisici, bensì l'adozione di interventi specifici consistenti nell'aggiungere qualcosa al già costruito o nel costruire il nuovo inserendo nelle normali strutture alcuni accorgimenti a beneficio delle persone con disabilità visiva e precisamente: segnali tattili sul piano di calpestio, mappe a rilievo, segnalatori acustici ai semafori, per i non vedenti. Gli ipovedenti, oltre ad avvalersi di TALI AUSILI, hanno diritto a un forte contrasto di luminanza fra i segnali tattili e l'intorno, a una illuminazione degli ambienti adeguata sia per intensità che per disposizione dei corpi illuminanti, ad una segnaletica visiva accessibile per tipo e grandezza dei caratteri, per posizionamento e sufficiente illuminazione. A beneficio dei non udenti vanno previsti segnali di allarme visivi, informazioni diffuse mediante display visivi, ecc.).
Mentre gli ostacoli fisici si evidenziano da soli, quelli che impediscono la mobilità autonoma e sicura dei disabili della vista sono praticamente invisibili, consistendo nella mancanza di qualche cosa; la loro individuazione, quindi, richiede una maggiore attenzione e la necessità di immedesimarsi nella situazione di chi non vede. Questo, oltre alla scarsa conoscenza delle leggi, è uno dei motivi per cui le barriere senso-percettive sono trascurate in una altissima percentuale delle situazioni.
Le soluzioni pratiche.
Circa le soluzioni da adottare per superare queste barriere, mentre per quelle fisiche il legislatore ha potuto dettare norme ben precise e dettagliate, per quelle percettive ha dovuto limitarsi a fissare le prestazioni che devono essere raggiunte con gli ausili impiegati e cioè garantire "l'orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo". Si parla infatti di "Norma prestazionale". Ciò, anche perché i fattori che rendono un ambiente accessibile ai non vedenti sono soltanto in minima parte di tipo dimensionale e quindi traducibili in centimetri o in pendenze. Si tratta di conoscere a fondo la tiflomobilità, ossia la disciplina che studia le modalità con cui chi non vede percepisce l'ambiente che lo circonda e da quali elementi può trarre le informazioni indispensabili ad orientarsi e a muoversi in sicurezza.
È ovvio quindi che le soluzioni da attuare nelle molteplici e svariate situazioni presentate dall'ambiente costruito e le modalità da seguire con la necessaria uniformità devono essere decise dagli esperti indicati dalle associazioni nazionali che rappresentano la categoria, anche ai sensi dell'Art. 4.3 della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall'Italia e divenuta quindi parte del nostro ordinamento giuridico a tutti gli effetti. Tutte le regole per una corretta progettazione degli interventi sono indicate nelle Linee guida dell'INMACI (www.mobilitaautonoma.org), approvate dalle Associazioni, che sono ben più di una buona prassi, bensì la condizione necessaria per essere sicuri di poter soddisfare le esigenze di orientamento e di sicurezza dei disabili della vista, ottemperando in tal modo alla prescrizione prestazionale della legge.
Il linguaggio tattile "LVE"
Nel gennaio del 2013, dopo anni di studi e di sperimentazioni e avvalendosi dell'esperienza decennale dei diretti utilizzatori, le Associazioni nazionali che si occupano di mobilità autonoma dei non vedenti e degli ipovedenti hanno approvato una nuova versione dei segnali tattili sul piano di calpestio, denominata "Loges-Vet-Evolution" (in sigla "LVE")i cui profili e misure, studiate al millimetro, hanno evitato i difetti di riconoscibilità del precedente sistema "LOGES®", oltretutto coperto da brevetto e con alcuni parametri in contrasto con le sopravvenute Norme ISO e UNI-CEN. Purtroppo il termine LOGES era entrato nel vocabolario dei tecnici del settore come nome comune, sinonimo di "percorso tattile per non vedenti" ed è stato quindi spesso utilizzato anche nei capitolati d'appalto e nelle richieste di preventivi, creando malintesi e contestazioni e talora portando alla posa di piastrelle obsolete e non più idonee a superare le barriere percettive, con conseguente spreco di pubblico denaro (Vedi Voce Loges nel Dizionario Enciclopedico Treccani.it).
Il linguaggio LVE (che non è il nome di un prodotto e deve quindi essere chiaramente indicato nei capitolati e in tutti gli altri documenti ufficiali, è composto da sei codici differenti, certificati dall'INAIL e dalla Commissione paritetica Barriere Architettoniche presso il MIT, e ritenuti tutti necessari per la completezza del linguaggio tattile.
Essi sono:
Codice di DIREZIONE RETTILINEA
È costituito da una serie di scanalature a sezione trapezoidale parallele al senso di marcia.
I canaletti in tal modo formati possono svolgere la funzione di un vero e proprio binario per la punta del bastone bianco. La larghezza totale del percorso guidato o pista tattile è di cm 60.
Codice di SVOLTA OBBLIGATA a 90°
È utilizzato per raccordare efficacemente ad angolo retto due tratti di percorso rettilineo; è un quadrato di cm 60 di lato, recante canali curvilinei, perfettamente in asse con quelli del Codice di DIREZIONE RETTILINEA, molto apprezzati dai non vedenti perché agevolano l'incanalamento della punta del bastone e rendono l'effettuazione della curva del tutto automatica.
Codice di INCROCIO a "+" o a "T"
È costituito da una superficie di forma quadrata, di 60 cm di lato, recante dei segmenti di piccole dimensioni disposti a scacchiera, perpendicolarmente gli uni rispetto agli altri, in modo che la punta del bastone avverta un ostacolo di lieve entità attraverso la percezione di una serie di leggeri urti.
Codice di ATTENZIONE/SERVIZIO
Come dice il nome, serve a far prestare una generica attenzione (es. la presenza di una porta o dell'inizio di una scalinata in salita), oppure a segnalare la presenza di un servizio adiacente alla pista tattile (es. mappa a rilievo, obliteratrice, distributore automatico di bevande, ecc.).
Tale codice ha ragione di essere impiegato soltanto quando sia inserito in una pista tattile, dato che in questa situazione verrà ben individuato sotto i piedi come assenza delle barre del Codice di DIREZIONE RETTILINEA, mentre con la punta del bastone bianco che scorre nei canaletti, viene avvertito con la mano sotto forma di una tipica vibrazione provocata dalla righettatura trasversale al percorso. Quindi non va mai posto come segnale isolato.
Codice di ARRESTO/PERICOLO (o "PERICOLO ASSOLUTO")
È una banda recante delle calotte sferiche rilevate. Questo segnale indica alla persona con disabilità visiva il divieto di superarlo per l'esistenza, al di là di esso, di un pericolo.
Tale Codice è internazionalmente usato anche per segnalare la zona di rispetto sul margine delle banchine ferroviarie o delle metropolitane e, in questi casi, la sua colorazione sarà gialla. Non sono accettabili profili a tronco di cono, non percepibili.
Codice di PERICOLO VALICABILE
È costituito dalla combinazione di due codici: una striscia di Codice di ATTENZIONE/SERVIZIO di 20 cm, seguita immediatamente da una striscia di Codice di ARRESTO/PERICOLO, anch'essa di 20 cm; si pone a protezione di una zona che deve essere impegnata con molta cautela come un attraversamento pedonale o una scalinata in discesa, a circa 40 cm dal confine con la zona carrabile o dal ciglio del primo gradino.
Il Codice di PERICOLO VALICABILE può anche essere installato al di fuori di una pista tattile, dato che la Legge fa obbligo di segnalare anche scalinate o scivoli raggiungibili senza l'ausilio del percorso guida.